Vincolo ministeriale. Un insieme di eccellenza: 227 opere del Pictor Optimus

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, all’esito di un iter procedimentale svolto in sintonia con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, ha posto il vincolo su 227 opere di proprietà della Fondazione in riconoscimento del loro alto significato storico artistico per il patrimonio culturale italiano. L’insieme, con opere di pittura, scultura e grafica che datano dal 1926 al 1975, comprende capolavori come Ritratto di Isa, vestito rosa e nero (1934), Bagnanti (con drappo rosso nel paesaggio) (1945), e Autoritratto nel parco con costume del Seicento (1959). Un nucleo di opere del cd. periodo neometafisico del Maestro (1968-1976) che include Orfeo trovatore stanco (1970), Il meditatore (1971) e Il figliuol prodigo (1975), completa l’insieme. Il decreto del Direttore Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Lazio datato il 22 gennaio 2015, così motiva: “le opere di cui la Fondazione ha proposto il vincolo n costituiscono un corpus estremamente completo e rappresentativo del percorso artistico di Giorgio de Chirico, un compendio di eccezionale interesse sia per motivi storici, sia per l’ampia gamma di stili e tecniche adoperate, che coprono quasi l’intero arco della lunga carriera dell’artista”.

La Fondazione, che celebra trent’anni di attività nel 2016, non solo ha mantenuto integra la propria raccolta ma è riuscita anche a potenziare la propria collezione con delle acquisizioni mirate nel corso del tempo. Il recente vincolo ministeriale (apposto anche su opere acquisite dalla Fondazione) rappresenta un’altra forma di potenziamento, quella di una salvaguardia formale che distingue questo insieme di 227 opere come una collezione unica quanto straordinaria all’interno dell’opera del Maestro. Unitamente ai quadri, alle sculture e alle opere su carta, sono stati selezionati tre gruppi di opere litografiche tra cui Mythologie di Jean Cocteau (Editions des Quatre Chemins, 1934), Apocalisse (Edizioni della Chimera, 1941) e Apocalisse a cura di Raffaele Carrieri (Carlo Bestetti Editore d’arte, 1977).

Il corpus di opere, vincolate come collezione, potrebbe, secondo gli intendimenti della Fondazione, costituire la base per l’istituzione di un museo dedicato al Maestro. Si verrebbe così ad instaurare una collaborazione espositiva dinamica ed esaustiva tra la Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea (che conserva, grazie al lascito Isabella Far del 1987, anche opere del primo e secondo periodo del Maestro – che la Fondazione non possiede –, tra cui Ritratto della madre (1911), Lucrezia (1922), Gli archeologi (1927), nonché il celebre Autoritratto nello studio di Parigi (1934), la Casa Museo di Piazza di Spagna e un ulteriore spazio museale da reperire al centro di Roma. Una sinergia di questa entità potrebbe assicurare uno straordinario palcoscenico per la conoscenza dell’opera e del pensiero di Giorgio de Chirico nella città di Roma.